Sos Arrastos de Grassia

Premiu Mastru ‘e ammentos

Nell’opera di Grazia Deledda, un posto privilegiato hanno l’arte, la musica e il coro di voci che accompagnano molte feste da lei descritte.
Prima fra tutte, in “Canne al vento”, quella alla Madonna del Rimedio: “Già alcune donne s’eran decise a riunirsi attorno al suonatore, porgendosi la mano per cominciare il ballo (…) Tutto il giorno la fisarmonica suonò accompagnata dai gridi dei rivenditori, dall’urlo dei giocatori di morra, dai canti corali o dai versi dei poeti estemporanei”.
Amava l’opera lirica, la musica classica ma soprattutto la sonorità della musica e dei cori sardi che affondano le proprie origini in epoche lontane e che riecheggiano in Canne al Vento, in Elias Portolu, in Cosima e in altri romanzi. Grazia ha sempre ammirato l’artigianato, i manufatti, i prodotti della sua terra sempre descritti nel modo di vivere dei sardi, in una complessa tela conservativa fissata alla terra che abitano.

Opere forgiate da artigiani deleddiani annodando gli usi e costumi della nostra tradizione più antica, compongono le sue opere: dai vinai de s’iscopile, alle donne che tessono al telaio, dagli intagliatori di pietra, alle sarte dei nostri costumi più antichi. Oltre a far realizzare il suo studio di Roma ad un falegname del nuorese, lei stessa cucì, con disegni sardi tradizionali, la stola sacerdotale per lo zio Monsignor Cambosu, facendogli dono durante una sua visita a Roma. È con questo spirito che nel 2019 l’Associazione Voches ‘e Ammentos istituisce il Premiu Mastru ‘e Ammentos: riconoscimento da conferire durante il Festival dedicato a Grazia Deledda, a personaggi della Sardegna che si sono contraddistinti nella valorizzazione e promozione della lingua e della cultura dell’isola, negli ambiti della musica, della poesia e della letteratura di ispirazione popolare in lingua sarda.
Dal 2021, in linea con il pensiero letterario della scrittrice, il premio è assegnato in due sezioni. Una sezione da conferire con gli stessi principi che lo hanno originato, mentre un’altra sezione è destinata ai personaggi che si sono caratterizzati nella promozione delle espressioni delle arti popolari dell’isola, in particolare legate agli usi ed alle tradizioni più antiche, consentendo di tramandarle, tutelarle e valorizzarle in tutto il mondo.
Simboleggia il Premiu un’opera dell’artigiano galtellinese Luca Cosseddu, scolpita in quel marmo del “cono verde e bianco del monte di Galte solcato da ombre e da strisce di sole”, riproducente un cesto in vimini a raffigurare con il suo intreccio quella tela senza fine che lega i sardi alla propria terra e all’interno due visi, posti uno fronte all’altro, a rappresentare la trasmissione delle nostre conoscenze più antiche.